Ida Travi | Diotima e la suonatrice di flauto

DIOTIMA E LA SUONATRICE DI FLAUTOuna scrittura per il teatro
atto tragico

Che fine ha fatto la suonatrice di flauto allontanata dai filosofi all’inizio del Simposio descritto da Platone? Perché mai questa figura è finita nel nulla? Questo libro è un testo drammaturgico, o meglio una scrittura per il teatro, edito da Baldini Castoldi Dalai (La Tartaruga, 2004). Il libro è introdotto da una corposa nota di Luisa Muraro.
L’idea centrale fece un certo scalpore, se ne parlò assai, fu messo in scena alla Palazzina Liberty a Milano, con presentazione di Giancarlo Majorino, e in altri situazioni teatrali, ne parlò Marina Pivetta a Radio Rai GR Parlamento, ne parlò Marina Terragni in Il Corriere Magazine… ne parlarono in molti. Ma la cosa più imprevista è che il testo è diventato libretto d’opera, Tesi di Laurea in composizione di Andrea Battistoni, il più giovane direttore mai salito sul podio del Teatro alla Scala.
Intanto qualcosa qui per capire di cosa si tratta: 
L’atto tragico, ambientato ad Atene nel V secolo a.C., nasce dalla "rilettura di Platone e del breve scritto Diotima di Mantinea di Maria Zambrano", per poi diventare qualcosa d'altro. Nel Simposio di Platone, a cui Ida Travi si rifà, la suonatrice di flauto viene allontanata, per consentire a Socrate e agli altri uomini, lì radunati, di riflettere liberamente sul tema dell'Amore. Nel dialogo platonico la suonatrice viene dunque congedata e scompare per sempre nel nulla. Ida Travi si domanda "Che ne è di lei? Mentre gli uomini si attardano al simposio cose le accade sulla via del ritorno? E Diotima? Mentre gli invitati riflettono sul suo pensiero (...) lei dov'è, a quell'ora?" (…)
Ponendosi questa domanda Ida Travi inventa una controstoria. E narra cosa accade alla suonatrice di flauto, una volta uscita dalla sala del Simposio… una nuova narrazione, un’altra storia. E resta evidente il fatto che nella sala dei filosofi le donne rientreranno di fatto solo circa duemila anni dopo. 
"Per Diotima e per la suonatrice di flauto si tratta di un vero e proprio rientro in scena dove, senza alcun portavoce, ciascuna parla per sé." (Luisa Bistondi L’indice dei Libri marzo 2005)
“ Nei film vengono definite comparse: figure che compaiono e scompaiono attraversando la scena per il tempo di una battuta, o un gesto solo. Per servire l’azione degli altri. Spesso nel cinema come in letteratura sono figure femminili decorative ma irrilevanti. Una poetessa italiana, Ida Travi, ha pescato o piuttosto ripescato una di queste umili stelle filanti in uno dei testi fondamentali della nostra cultura Il Simposio di Platone.: nel celebre dialogo ambientato durante una festa, gli amici riuniti –tutti uomini- quando decidono di conversare sul tema dell’amore allontanano la suonatrice di flauto che fino a quel momento aveva rallegrato la serata. La flautista scompare nel nulla. Da questo nulla l’ha riportata in scena Ida Travi dedicandole un testo che è una concentrata tragedia tutta al femminile.”
Marina Terragni Corriere della sera Magazine marzo 2005

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